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PostHeaderIcon L'editoriale di maggio 2021

L'innocua rivoluzione possibile
Gabriele Villa, I2VGW

Scrivo queste righe in bilico tra un rosso e un arancione, nell’augurarmi, come tutti noi che presto si sfumi nel giallo e quindi nel bianco definitivo. Non sono, purtroppo,come abbiamo ormai imparato, i colori dei ghiaccioli di un tempo, ma sono il nuovo tempo, scandito da zone, confini, distanziamenti, mascherine, diffidenze e vaccini. Eppure. Eppure noi radioamatori siamo riusciti, in tutto questo periodo, nella magica alchimia di non sentirci isolati e di non far sentire isolato il resto del mondo fuori dalla nostra porta di casa. A patto, ovviamente, che il resto del mondo avesse almeno un filo a far d’antenna alla propria e lecita voglia di comunicare.

In buona sostanza dovremmo essere orgogliosi per tutto ciò che molti di noi sono riusciti ad inventarsi per “stay at home” senza imbruttirsi, senza deprimersi e senza egoisticamente chiudersi nelle sterili invettive contro un nemico subdolo quanto invisibile. C’è chi si è dedicato  ad iniziative di solidarietà, chi ha deciso di lanciare un diploma ad hoc per coinvolgere il maggior numero di colleghi e chi, con altrettanta lungimiranza e intelligenza, ha subito preso confidenza con le varie piattaforme digitali per organizzare video conferenze a tema. E questa opportunità, in particolare, sta dando straordinari frutti in termini di partecipazione collettiva. Frutti che si traducono in preziosi approfondimenti della nostra conoscenza radiantistica (mi ci metto, naturalmente, per primo, come allievo desideroso di saperne di più delle mille sfaccettature della passione che ci accomuna).



Detto questo, al di fuori della nostra sala radio è cambiato anche il nostro modo di porgerci rispetto a quel mondo ordinario verso il quale, fino ad un anno fa, ci ponevamo con sufficienza infischiandocene delle regole. Mi è capitato e mi capita spesso di fare questa riflessione osservando le diligenti code che ci siamo messi a fare fuori dai negozi o ai pochi uffici pubblici aperti.


E’ solo un esempio ma vogliamo riconoscere, onestamente, che, fino al giorno prima del Pandemia Day non avremmo sopportato di attendere con pazienza il nostro turno anche solo per pochi istanti? Già. Forse perché oggi quella normalità è diventata un miraggio che merita di venire attesa con una certa trepidazione e quindi con la pazienza del caso.

So che il paragone può sembrare ardito ma mi domando se, allo stesso modo, saremo pronti a metterci in coda diligentemente e ad aspettare il nostro turno quando le DXpedition torneranno finalmente a brillare nel firmamento del VFO e come un tempo, quando il tempo era la normalità, si scatenava l’ordinario pile-up?

In altre parole avremo la stessa pazienza e la stessa tolleranza, che abbiamo mostrato fino ad oggi, mettendoci in fila prima di collegare il new one di turno?  E’ una riflessione innocua, scevra da qualsiasi polemica, e non è nemmeno la lezioncina di chi non vuole certo dare lezioni ad alcuno ma, dato che siamo accerchiati da tuttologi che inanellano parole in libertà sul mondo migliore che tutti dovremmo cercare di costruire, forse è il caso di cominciare a pensare in piccolo e non in grande e quindi pensare che anche noi radioamatori, nel nostro piccolo, noi che abbiamo sempre fatto la nostra parte con dignità e fierezza potremmo dare continuare a dare il nostro straordinario e gratuito esempio di ham spirit. Magari semplicemente non prevaricando, non schiacciando di watt chi si metterà sulla nostra stessa strada per collegare lo stesso DX che noi stiamo inseguendo, rispettando la sua chiamata, il suo call, il suo turno.

Non è un’impresa impossibile. Forse è risibile per qualcuno, ma sarebbe già un passo avanti verso una nuova civiltà di rapporti e relazioni. Rapporti e relazioni che, con la pandemia sono stati spazzati via forse anche perché cominciassimo a capire un po’tutti l’importanza di un sorriso, di un buongiorno, di un grazie e di un prego.

Un’aspirazione rivoluzionaria?

Massì, certo.

Ma quanto è bello essere e diventare innocui rivoluzionari

 * Vicepresidente dell'ARI e Direttore di RadioRivista