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Premiato il radionauta da mezzo secolo alla conquista del mondo

Una vita tra le «onde»

Qui Illasi. A rispondere è il mondo e oltre, nello spazio. Non c’è giornata in cui Remigio Pressi trascuri di mettersi alla postazione: accende le attrezzature, sistema il microfono, lancia un segnale nella speranza di mettersi in collegamento con le destinazioni più remote. Per questo, a dicembre, il Comune di Illasi l’ha premiato tra i cittadini benemeriti «per l’impegno e la passione profusi negli ultimi quarant’anni nell’attività di radioamatore».


Riconoscimento che il navigante dell’etere mostra con soddisfazione e aggiunge alla raccolta di diplomi, trofei, ritagli di riviste specializzate. Fanno da curriculum nella stanza che nella sua casa sulla dorsale destra della Val Tramigna, riconoscibile dalla schiera di antenne sul tetto a sfiorare il cielo. «Dovrei rinnovare le attrezzature», esordisce sottolineando la complessità di ogni collegamento, «perché bisogna continuare a migliorarsi. Ha un fascino straordinario comunicare in questo modo». Tra gli attestati che ha radunato come operatore di stazione di radioamatore si può sommare senza dubbio quello a tenacia e pazienza che accompagnano l’oggi pensionato illasiano fin dalla giovane età. Dal primo amore per la straordinaria invenzione di Guglielmo Marconi, di cui è collezionista di cimeli, quando con le onde medie tendeva l’orecchio alle trasmissioni dei Paesi stranieri. Fino alla scintilla che ha innescato l’interesse di una vita: era il 1961 quando lesse di due radioamatori torinesi che, durante la prima orbita intorno alla Terra del cosmonauta russo Jurij Gagarin, erano riusciti a captare dei segnali della navicella.


Da quel momento è stata una continua sfida a conseguire obiettivi sempre più ambiziosi. Innanzitutto, spiega, acquisendo le competenze tecniche necessarie da affiancare al diploma di perito aziendale e corrispondente il lingue estere. In seguito, nel 1982, superando gli esami richiesti per fregiarsi della patente di radioamatore, abilitazione grazie alla quale ha affrontato infiniti viaggi senza mai spostarsi dalla propria abitazione. È inoltre iscritto alla sezione veronese dell’Associazione radioamatori italiani (Ari) ed è aderente al Gruppo radiocomunicazioni di emergenza, tanto che dieci anni fa è stato il primo ad insediarsi con la sua radio nella sala operativa della protezione civile nel municipio di Monteforte nei giorni dell’alluvione.

«Un’avventura iniziata timidamente», ammette, «che mi ha portato a conquistare quasi tutti i territori del mondo». Quasi perché, osservando il mappamondo, delle 340 entità (così in gergo si chiamano i punti a cui collegarsi), gli mancano venti isole sparpagliate nel Pacifico. Ogni contatto è attestato ufficialmente da cartoline stampate che certificano data e ora del collegamento, qualità della ricezione e strumentazione usata. Ne ha dalla base italiana in Antartide, ambita da molti; dalle isole Tonga, di recente isolate dopo l’eruzione del vulcano sottomarino, dove proprio i radioamatori hanno assicurato le iniziali comunicazioni; dalla repubblica indipendente sul monte Athos, in Grecia; dal Belize, il più recente. Quale lontana destinazione spera di annotare presto in elenco? «L’Isola di Pasqua», risponde, a conferma di un entusiasmo che nel tempo più che affievolirsi si è rafforzato. «È un’esplosione di gioia quando riesco a conquistare un luogo che manca. Subito dopo si riaccende la sfida con me stesso», conclude, «sono curioso per natura e non mi accontento, ma voglio arrivare sempre più in là». Anzi, più in alto.

Fonte: L'Arena