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PostHeaderIcon L'Editoriale di Novembre 2017

Lodi e il perimetro della saggezza
Gabriele Villa, I2VGW

Scusate se insisto e torno a procedere con passo spedito e, sempre più convinto, sul sentiero dello sharing. Lo faccio rivedendo alla moviola, con un sorriso di soddisfazione, le immagini della festa di inaugurazione della nuova sede della Sezione di Lodi. Ripasso con voi e per voi tutti questa esperienza di condivisione, di sharing, appunto, e di autentica amicizia, proprio perché la circostanza si è presentata propizia e puntuale per aiutarmi a sostenere le tesi che, in più di una occasione, ho già affrontato. E' accaduto la prima domenica di Ottobre in una Casa Cantoniera che, d'ora in poi, ospiterà quella settantina di nostri soci che hanno faticato non poco a trovare una sistemazione definitiva e che adesso, più determinati che mai, hanno finalmente issato di nuovo tralicci, dipoli e direttive.


Ci sono andato a Lodi, anzi a Galgagnano, per esser precisi che è il Comune dove si trova esattamente la Cantoniera, perché invitato a rappresentare il CDN e già prim'ancora di andarci sentivo che sarei andato a far qualcosa che mi avrebbe fatto piacere. Mi avrebbe fatto piacere conoscere nuovi amici (nel caso in questione quasi tutti, onestamente nuovi per me) a stringere mani, a scambiare battute, a parlare di radio e di radiantismo con lo spirito dei radioamatori.


Sì, proprio quell'ham spirit che viene spesso tirato per i lembi come fosse una coperta utile per camuffare ogni nostro difetto e ogni nostra debolezza. Ebbene ci sono andato e ho ascoltato commosso l'esecuzione dell'inno di Mameli perché davanti alla Cantoniera, quei "ragazzi" di Lodi sono riusciti anche e persino a convocare la banda della vicina Brembio. Ci sono andato e ho conosciuto un presidente come Glauco, IZ2LQD, che si è commosso, a sua volta, nel ringraziare i suoi soci per la disponibilità e l'attaccamento alla loro Sezione con l'impegno che hanno profuso per rimettersi on air al più presto. E che, nel tagliare il nastro inaugurale, ha voluto ricordare quei soci della Sezione che non ci sono più e in particolare quel Cino amico di tutti, cui è stata dedicata una targa proprio accanto a quel traliccio che lui, poco prima di andarsene  prematuramente, ha voluto donare alla sua Sezione. Ci sono andato e ho avuto l'onore di stringere le mani a quei nostri "ragazzi" di Lodi e ai soci fondatori, che quarant'anni fa, in tempi non certo più facili di oggi, si sono presi la briga di fondarla quella Sezione. E fra le mani che ho avuto l'orgoglio e l'onore di stringere c'era anche quella di I2GFS, don Franco Gasparini, 88 anni, socio fondatore e primo segretario di ARI-Lodi che si è lasciato alle spalle una vita laica e "normale" per farsi sorprendere dalla chiamata del Signore, soltanto vent'anni fa, dopo un viaggio in mezzo alla miserie della Bolivia più povera. Ed è stata, quella di don Franco, una benedizione non tanto e non solo dei locali e delle nostre teste, ma una straordinaria lezione di vita, condensata in quelle sue poche parole che hanno tracciato il perimetro di quella saggezza costruita sui gradini delle cose autenticamente importanti. Le cose che contano. Come le parole schiette e sincere che hanno rivolto ai presenti e in generale a tutti i radioamatori, il presidente della Provincia di Lodi e la sindaca di Galgagnano.

E chi l'avrebbe mai detto, lasciatemelo sottolineare, che due politici che, in quanto politici, suscitano per antonomasia diffidenza per la lontananza dalla realtà di cui le loro chiacchiere sono permeate, riuscissero invece a prendere tutti in contropiede, me per primo per la profondità e l'acume delle parole con cui anche meglio di tanti di noi hanno inquadrato la figura e il ruolo del radioamatore. Ecco quelle parole, quei sorrisi, quelle strette di mano, per me fanno sharing, per me sono condivisione e contano molto più di tanti diplomi appesi alle pareti. Ricordo la lezione che mi ha dato, all'inizio del mio primo mandato, un'altra inaugurazione, quella della piccola sede dell'altrettanto piccola Sezione di Domodossola, avamposto dell'ARI ai confini del nostro Paese. Quindici persone, forse venti, non di più che mi si strinsero attorno in quell'occasione per esprimermi la loro felicità e la loro sorpresa per non sentirsi abbandonati, alla periferia dell'"impero" e per avere "nientemeno" che il Vice presidente nazionale a condividere con loro quel momento importante di vita associativa. E' in quell'occasione che ho avuto la prima, netta sensazione di aver intrapreso il sentiero giusto. Il sentiero del rispetto e della valorizzazione della nostra storia. E la nostra storia associativa è fatta di tante storie di tante Sezioni, dove la condivisione degli ideali, dei progetti, delle emozioni ci ha aiutato a crescere. E ci aiuterà ad invecchiare con la mente lucida e la voglia di fare.