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PostHeaderIcon L'Editoriale di Luglio/Agosto 2018

Campagna, mare, montagna
Gabriele Villa, I2VGW


A governo (del Paese) fatto e in carica (almeno fino al momento in cui scrivo questo editoriale vacanziero) e, indipendentemente da qualunque idea politica abbiate, lasciatemi cominciare questo editoriale con una citazione di un galantuomo, Alcide De Gasperi: "un politico pensa alle prossime elezioni, uno statista pensa alle prossime generazioni".


Ecco, la mia presunzione o la mia falsa modestia, se preferite, mi spingono a considerarmi appartenere alla seconda categoria. Non proprio e non certo uno statista, suvvia, non esageriamo con la vanità. Ma almeno un qualcuno, fra tanti cittadini del mondo, che alle prossime generazioni ci pensa. Focalizziamoci sulla nostra Associazione, di cui mi onoro di far parte e di cui sono ancor più orgoglioso per le cariche che ricopro. Sono convinto che debba meritare uno sguardo meno miope, uno sguardo più profondo e proiettato verso il futuro. Così, alla luce di queste considerazioni, in questi mesi, in questi anni, mi sono infatti  spesso chiesto quale sarà l'ARI di domani? Come sarà l'ARI di domani? Sapere cosa ci aspetta non è in mio potere ma posso ricordare (semplicemente ricordare non sottolineare, né rimarcare) come ho cercato, assieme ad un CDN leale, responsabile e coeso, di togliere dalle secche dell'immobilismo prima e poi di evitare il naufragio di quell'ARI che avevo trovato quando sono stato eletto e rieletto, con un inaspettato (soprattutto per me) volume di voti, ai vertici del governo di via Scarlatti. In buona sostanza non avrò fatto miracoli ma ho mantenuto ciò che avevo promesso, caricandomi anche di situazioni incrostate che altri, venuti ben prima di me, avrebbero dovuto affrontare. E risolvendole, con un occhio allo Statuto e uno sguardo, più attento, al buonsenso. Magari impulsivamente, come è nel mio carattere, ma risolvendole. Purtroppo e ribadisco purtroppo, tornando all'incipit di questo editoriale, è anche vero che l'ARI è sempre stata infarcita di politici, politici anche bravi a fare i politici, indubbiamente, ma interessati solo alla poltrona, ai valzer di cariche e di incarichi, ai giochi incrociati di dossier o presunti dossier da usare o da minacciare di usare l'uno contro l'altro ma sempre e comunque disponibili a sposarsi l'uno con l'altro pur di controllare gli snodi nevralgici della nostra Associazione.


Fortunatamente individui simili nell'ARI di oggi, anche a livello periferico ne son rimasti pochi. E non perché, badate bene, si sia proceduto con epurazioni o purghe staliniane, ma perché la filosofia di farsi del male per poi far male a tutta l'Associazione ha lasciato il posto al dialogo, al confronto anche serrato, come è accaduto nell'Assemblea di Pontecchio Marconi, ma nel rispetto reciproco dei ruoli e ancor prima delle persone. Chi ha scelto o sceglierà, in vista delle prossime elezioni associative che ci attendono, di appartenere al passato, di riscoprire preistorici metodi di veti incrociati, di alleanze improbabili, di minacce più o meno velate per manovrare una campagna elettorale "manovrata" beh, a mio avviso andrà incontro a cocenti delusioni e a fallimenti disastrosi. Magari verrà pure eletto, ma, una volta eletto, sarà isolato da due dei nemici più temibili che potrà incontrare sulla sua strada: la tenacia e il buon senso. Prima in tutti i Soci-elettori e poi in quel nuovo CDN che andrà a formarsi per subentrare, alla scadenza naturale, a questo CDN, che qualcuno avrebbe voluto veder evaporare da tempo.

Ho deciso di scrivere queste righe in tempi non sospetti e largamente in anticipo sulle nostre votazioni per esprimere liberamente il mio parere e non approfittare del ruolo, anzi, dei ruoli, che ricopro attualmente, per condizionare in qualche modo, magari astutamente alla vigilia delle consultazioni, il voto che andrete ad esprimere. Tutto qui. Ho giocato un po' sul titolo con il doppio senso di una "campagna" che può e sarà elettorale ma che, almeno per queste settimane, evoca solo le meritate vacanze. Assieme naturalmente alle altre due opzioni di evasione rappresentate da mare e montagna.

Stringere mani va bene. Metterci la faccia nelle Sezioni, che è stato fin da sempre il mio pallino, ancora meglio. Sussurrare nelle orecchie suadenti e perfide promesse con l'improbabile speranza di raccattare voti collaterali, scendendo anche a patti con il diavolo, dove il diavolo è da intendersi come gente che ha fatto male, molto male all'ARI è soltanto da politici di mediocre profilo. L'ARI di domani, è questa la certezza che vi consegno cari amici, non ha bisogno di simili figure, metà Richelieu e metà Draco Malvoy di potteriana saga. Ha bisogno di idee, di saggezza, di modernità.

Strade nuove da percorrere in modo "easy". Perché se i nostri sogni non ci fanno paura significa che non sono abbastanza grandi.

Buone vacanze a tutti!