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PostHeaderIcon L'Editoriale di febbraio 2021

Lesa maestà, ma per favore!
Gabriele Villa, I2VGW


Non voglio fare l’avvocato di alcuno. Abbiamo già il Presidente dell’ARI che svolge in modo pregevole questa professione. Faccio il giornalista e da quarant’anni a questa parte, anche davanti alle accuse più false e idiote, ho sorvolato replicando solo alle diffamazioni. Tuttavia, e questa scelta sorprenderà probabilmente molti di voi, ho deciso di pubblicare l'e-mail che segue del socio IZ1ANK assieme a queste mie poche righe e di nobilitarla inserendola nell’editoriale di RR. Perché? Ma perché questa storia dei diplomi e dei diplomini, scritta con la solita ironia da Paolo Zaffi (che a difendersi, nel caso, è capace anche da solo) mi ha veramente annoiato. Ho letto anche se distrattamente (perché appunto mi annoiavano) commenti perfidi e velenosi di “colleghi” radioamatori che, quasi fosse un delitto di lesa maestà, si sono sentiti in dovere di insultare persino l’ARI per quell’articolo. Dato per scontato che l’ARI e RadioRivista nulla c’entrano con l’isterismo di questi “radioamatori” vorrei solo chiarire che anch’io, che pure amo il DX e ho raggiunto e messo in bella mostra il mio Top Honor Roll, ho le pareti zeppe di targhe e diplomi. Accanto ai quali ho voluto appendere anche, per ragioni affettive, alcuni awards obbiettivamente “minori”. Per esempio il diploma GIRF (mio padre era un capostazione principale) e quello del Terzo Battaglione Trasmissioni Spluga (di cui indegnamente ho fatto parte). Insomma, c’è spazio per tutto e per tutti. Sulle pareti, come nei sentimenti. Come nelle passioni. Il fatto che abbia pubblicato l’articolo di Palo Zaffi (sì caro amico, l’ho letto, tranquillo, prima di pubblicarlo, non c’è bisogno che mi ricordi i miei doveri di Direttore) significa solo che, come insegnano nei giornali dove sono cresciuto, e i Direttori sontuosi, come quelli che ho avuto io, che un giornale funziona anche quando riesce ad innescare il dibattito. Certo che se il dibattito deraglia nell’insulto e diventa solo una sequela di osservazioni becere, allora chi le scrive può andare allegramente a quel paese. Quindi non voglio dare troppo peso a chi è già appesantito dalla sua ottusa permalosità.

Papa Francesco ci ricorda come, da una prova così dura come questa pandemia, si può uscire migliori o peggiori. Temo che molti facciano del loro meglio, sì. Ma per uscirne peggiori.

 * Vicepresidente dell'ARI e Direttore di RadioRivista



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PostHeaderIcon L'Editoriale di gennaio 2021

ARI: sempre al servizio dei Soci
di Vincenzo Favata, IT9IZY


In questo periodo di restrizioni imposte dai protocolli sanitari per il contenimento della pandemia da Covid-19, per superare il disagio provocato dalle limitazioni dei movimenti delle persone sul territorio, da qualche mese  immagino - forse inconsciamente - con una certa frequenza, di trovarmi  davanti ai cancelli di una  grande “Mostra del Radioamatore” una delle più importanti d’Italia; un pensiero che scalda il cuore a chi, come me, ha una grande passione per la radio e il mondo del radiantismo.

Dopo l’esaurimento delle ondate pandemiche, le fiere radioamatoriali e la ripartenza di tutte le attività saranno una realtà che consentirà la realizzazione di desideri - come quello sopra citato - che credo siano ricorrenti nella mente dei radioamatori.

L’attuale stato delle cose e le richieste pervenute dalla base hanno dato modo di verificare che la nostra Associazione ha riscoperto i valori della solidarietà (per altro mai sopiti) e della competenza posta esclusivamente al servizio degli altri.



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PostHeaderIcon L'Editoriale di dicembre 2020

Stacchiamo l'ombra da terra
Gabriele Villa, I2VGW


Scrivo queste righe mentre, ancora una volta, e, forse, sempre di più si sta navigando a vista nel mare dell’incertezza. Sembra oramai che i confini del mondo siano circoscritti dentro un lockdown di parole. Parole d’ordine come mascherina (con le più svariate effe dell’omologazione corretta) contagio, coprifuoco, pandemia, vaccino. Non siamo immuni, nessuno è immune. Perché non ci può esser nessuno in grado di restare immune alla tristezza di questa situazione, nessuno che non patisca queste costrizioni con angoscia, nessuno che, almeno più volte al giorno, non sia coinvolto in qualche conversazione sul tema.

E’ il momento, è il tempo degli auguri certo. E li faccio a voi tutti e alle vostre famiglie con tutto l’affetto e l’amicizia di sempre perché la nostra famiglia, la famiglia dei radioamatori è talmente grande e variegata che c’è posto per l’amicizia, l’affetto e qualche volta anche per i piccoli litigi. altrimenti che famiglia sarebbe.



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PostHeaderIcon L'Editoriale di novembre 2020

L'ARI le radiocomunicazioni sussidiarie
di emergenza ed il volontariato
di Vincenzo Favata, IT9IZY


Quando leggerete questo breve editoriale, la piena attuazione della pedissequa  circolare - che viene anch’essa pubblicata in ossequio alla trasparenza e per una miglior comprensione delle tematiche sottese ai rapporti della nostra Associazione con il volontariato - consentirà ufficialmente ai volontari ARI che si occupano delle radiocomunicazioni di emergenza di rapportarsi con le istituzioni territoriali di riferimento nella duplice veste di radioamatori patentati (stante il superamento dell’esame ministeriale)  e di volontari di protezione civile.

Il tema volontariato e radiocomunicazioni di emergenza necessita, a mio avviso di un approccio pragmatico, privo di preconcetti che, da un lato tenga conto della realtà sociale composta da soci che si dedicano esclusivamente alle attività statutarie e da soci volontari di Protezione Ciivile che prediligono il volontariato e le radiocomunicazioni di emergenza.

E’ notorio che la nostra Associazione, pur non essendo “per nascita” un’Associazione di volontari ha, da sempre, così come previsto dalla legge, operato nel campo delle radiocomunicazioni sussidiarie di emergenza con risultati brillanti e notori; è, altresì,  incontrovertibile che il patrimonio di conoscenza acquisito, nel corso di svariati anni in occasione delle calamità che hanno investito il nostro Paese, dai volontari di Protezione Civile ARI, è patrimonio di tutta l’Associazione che non deve essere disperso.

Orbene, oggi questa “duplice vocazione” della nostra Associazione non può essere più disimpegnata dalla struttura esistente ARI-RE che, a far data dal 1996, ha svolto il suo compito consentendo ai volontari di operare sotto l’ombrello associativo nel campo della Protezione Civile.

Oggi, la normativa vigente esige dei requisiti particolari, degli impegni non identici in tutto il territorio nazionale e, pertanto, la scelta obbligata è quella delle realtà organizzative territoriali, così come già evidenziata; peraltro, non appare pleonastico precisare, stante i recenti tentativi sul punto, che non appare lecito e, quindi, possibile sostituire gli attuali organi associativi esistenti con altri aventi i requisiti richiesti dalle normative territoriali in materia di volontariato di Protezione Civile.

* Presidente dell'ARI

 

PostHeaderIcon L'Editoriale di ottobre 2020

Prendiamo al volo l'occasione
di Vincenzo Favata, IT9IZY


Recessione prolungata, assenza di domanda, disoccupazione e l'arrivo di una nuova ondata pandemica, sono queste le principali paure dei manager globali alla ripresa delle attività dopo l'emergenza Covid questo è quanto emerge da un nuovo rapporto del World Economic Forum, che annualmente stila il Global Risk Report.

Per valutare l'impatto duraturo di Covid-19 sull'economia e, di conseguenza sulla nostra associazione, appare opportuno concentrarsi sulla capacità di ripartenza dei vari settori e la libertà di circolazione nazionale ed internazionale.

A poco più di un mese dalla riapertura, nella maggior parte dei mercati, i dati relativi alla spesa e agli spostamenti indicano una ripresa.


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