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PostHeaderIcon L'Editoriale di dicembre 2022

Anno nuovo quote vecchie
(ma con sacrifici)

Mauro Pregliasco, I1JQJ

Stabilire le quote sociali è uno dei compiti più delicati, se non il più delicato in assoluto, che spettano al Consiglio Direttivo. Da una parte i dati consolidati disponibili vengono sottoposti a una scrupolosa analisi e contrapposti alle proiezioni di chiusura di bilancio fornite dal Cassiere, dall'altra è necessario considerare attentamente le incognite relative alle entrate e uscite future.

Per predisporre una relazione previsionale e programmatica occorre coniugare esigenze contrapposte: da un lato la necessità di programmare l'attività dell'Associazione in modo serio e con obiettivi di ampio respiro, dall'altro l'obbligo di dimensionare tali obiettivi alle reali risorse che si renderanno concretamente disponibili nel corso dell'esercizio.



Quest'anno gli indicatori sono tutti sfavorevoli. Mai come nel 2022 è stato difficile prevedere l'andamento dei rinnovi, in quanto non è stato possibile valutare i riflessi negativi che potrebbero scaturire dalla crisi economica che sta interessando il Paese. L'inflazione è in costante aumento e dobbiamo sopportare rincari generalizzati. L'esigenza di programmare scelte di medio periodo si scontra con un sistema dominato da elementi d'incertezza economica.


Per quanto queste premesse avrebbero imposto un ritocco della quota associativa, il Consiglio Direttivo ha voluto accogliere le richieste dell'Assemblea Generale e scommettere sulle capacità di gestione degli attuali Amministratori lasciando le quote invariate.

Questo CDN ha già conseguito importanti risultati varando, con responsabile coraggio, progetti che dovrebbero portare concreti risultati sugli esercizi futuri. Non si tratta di risorse aggiuntive per l'Associazione, ma nemmeno di un aggravio per i Soci. I vantaggi principali di questi interventi strutturali, tuttavia, sono principalmente interni, ovvero tesi a un contenimento delle spese, come conseguenza di una razionalizzazione delle risorse disponibili e di verifiche più incisive.

Oggi le spese correnti presentano enormi gradi di rigidità e una pericolosa asimmetria: ogni nuova iniziativa finisce per incrementare strutturalmente il livello di spesa; il tentativo di comprimere le spese rischia di ridurre il livello dei servizi, invece di aumentare il livello di efficienza. Ciò deriva dal fatto che interventi capaci di migliorare strutturalmente il grado di efficienza richiederebbero ben altri livelli di libertà d'azione e la necessità di proseguire in forti investimenti (per esempio nel settori digitalizzazione, Internet, Ediradio). Inoltre, considerati i soli oneri per il personale e per l'ammortamento dei fondi, sommati a quelle spese che devono obbligatoriamente essere sostenute (utenze, manutenzioni ordinarie, affitto, ecc.), e altre ormai consolidate in quanto collegate a manifestazioni e/o ad attività pressoché istituzionalizzate, si arriva a poter disporre, per gl'interventi non obbligati, di una cifra marginale.

Capita poi che alcuni Soci e Sezioni scrivano per esprimere le proprie considerazioni e proporre ipotesi di interventi sulle spese che, purtroppo, il più delle volte sono tecnicamente inapplicabili o comporterebbero costi gestionali tali da non portare vantaggi significativi.

E' stato invece valutato il risulto del referendum sul quesito consultivo relativo alla pubblicazione di RadioRivista in formato elettronico. La maggioranza dei votanti si è espressa favorevolmente, ma si è trattato di soli 1629 Soci, ovvero meno del 15% degli iscritti. E' stato pertanto deciso che dal prossimo anno sarà possibile scegliere fra la rivista cartacea o in formato digitale. Si è voluto, in buona sostanza, andare incontro a quanti preferiscono ricevere la rivista elettronica, senza penalizzare quanti sono più legati al formato tradizionale.

Giova ricordare che dei 78 euro di quota sociale solo 58,50 sono di competenza della Sede centrale, mentre il 25% è destinato ai Comitati Regionali e Sezioni. Oltre il 40% dei 58,50 euro è destinato a Ediradio e RadioRivista, poco più del 10% al QSL Bureau, un 20% circa alle spese per il personale, un 15% alle utenze, affitto, gestione, spese di segreteria (stampe e spedizione di tessere, certificati, attestati, ecc.), assicurazioni, IARU, ammortamenti, tasse, consulenze, mentre si riesce a utilizzare solo il 10% per le attività associative, come manageriati, rapporti coi Ministeri, partecipazioni a fiere, ecc.

Oggi l'Associazione con meno di 60 euro riesce a offrire ai Soci: (1) una rivista dal valore di 50 euro, se rapportata alle altre del settore; (2) il QSL Bureau senza un tetto di cartoline inviate e/o ricevute (oggi spedire una QSL negli Stati Uniti costa 3,90 euro); (3) l'iscrizione alla IARU (i Soci ARI sono anche Soci IARU), unica organizzazione che tutela le bande radioamatoriali; (4) l'assicurazione sule antenne; (5) la possibilità di partecipare ai Contest ARI HF e V/U/SHF; (6) l'assistenza per pratiche ministeriali; (7) la consulenza legale; (8) l'opportunità di collaborare alle Radiocomunicazioni alternative d'emergenza.

Fra le iniziative in cantiere l'attuale CDN prevede un restyling del sito Internet con l'offerta di nuovi contenuti e servizi, come ad esempio la gestione online di servizi della segreteria e dei diplomi ARI.

Come già detto, considerando le nuove realtà che ci circondano e il sempre maggior ricorso (anche da parte di Enti Pubblici) a sponsor per gestire progetti finalizzati, sarebbe interessante valutare quali concrete possibilità sussistano per garantire all'Associazione altre risorse finanziarie, a integrazione delle attuali.

Le attività associative dovrebbero dipendere più dalla politica attuata dal CDN che dalle quote sociali; queste ultime infatti, come sappiamo dall'inarrestabile decremento del numero di nuovi candidati agli esami, non potranno che diminuire ancora e assestarsi su valori critici per il mantenimento della nostra struttura, così come attualmente dimensionata.

Gestire l'Associazione sulla sola base delle quote sociali difficilmente consentirà, nei prossimi anni, di sviluppare le nostre attività. Inoltre le aspirazioni del Corpo Sociale aumenteranno a un passo più rapido di quello degli anni passati, perché tale è il ritmo di sviluppo della società derivante dall'affermarsi di tecnologie sempre nuove.

Un gettito addizionale sarebbe pertanto auspicabile, anche se evidentemente non sarà facile da individuare.

*Segretario Generale dell'ARI