La sfida silenziosa:
i Soci ARI aumentano,
ma si allontatano dalla vita di Sezione
Mauro Pregliasco, I1JQJ
Le associazioni, baluardi della coesione comunitaria e propulsori di progresso sociale, si trovano sovente a fronteggiare una paradossale dicotomia interna. Nondimeno, pur nascendo dall'anelito di forgiare unità e partecipazione fattiva, esse si confrontano con una realtà più complessa: la difficoltà dei soci nel frequentare assiduamente e contribuire in modo attivo alla vita associativa. L’ARI non fa eccezione.
Questo defilarsi silente e progressivo dalle Sezioni, lungi dall'essere un evento improvviso, si contrappone a un incremento costante, benché spesso "virtuale", delle iscrizioni al Sodalizio. Tale fenomeno è il risultato di una congerie di fattori interconnessi, meritevoli di un'analisi approfondita e, soprattutto, di una risposta risolutiva.
Un tempo, la vita associativa nelle nostre Sezioni era sinonimo di ambienti saturi di fumo, assemblee gremite e calorose strette di mano. Le Sezioni prosperavano grazie all'incontro fisico, al confronto diretto, all'energia scaturita dalla reciproca presenza. Oggi lo scenario è mutato radicalmente. La rivoluzione digitale, con un'accelerazione marcata durante l'era COVID, ha investito anche il mondo ARI, traslocando gran parte delle attività sui social media, piattaforme di videoconferenza e forum online.
Questo "trasloco digitale" ha generato indubbi vantaggi. In primis, l'accessibilità. Abbattute le distanze, ogni Sezione può raggiungere anche quei Soci che abitano a parecchi chilometri delle Sede sociale e che prima si vedevano solo in occasioni particolari. La comunicazione è divenuta più rapida ed efficiente, con la possibilità di condividere informazioni e aggiornamenti in tempo reale. I costi di gestione si sono ridotti, eliminando la necessità di affittare spazi fisici e organizzare eventi dispendiosi. Inoltre, anche l’amministrazione dei diplomi è ora possibile ricorrendo a piattaforme dedicate, con risultati maggiori a fronte di spese minori.
Tuttavia, tale passaggio epocale non è esente da controindicazioni. La perdita del contatto umano diretto rischia di depauperare il tessuto sociale, minando la coesione e il senso di appartenenza. Le interazioni online, spesso superficiali e fugaci, faticano a replicare la profondità e l'autenticità delle relazioni interpersonali che si sviluppano "faccia a faccia". Il rischio è che la partecipazione si riduca a un mero "mi piace" o a un commento estemporaneo, privo di un reale coinvolgimento emotivo e intellettuale.
Inoltre, l'eccessiva dipendenza dalle piattaforme digitali solleva interrogativi in merito alla privacy e alla sicurezza dei dati. Le Sezioni devono prestare particolare attenzione alla gestione delle informazioni personali dei Soci, proteggendole da possibili attacchi informatici e abusi.
Infine, non si può trascurare il divario digitale che ancora oggi preclude a una parte del corpo sociale, soprattutto ai Soci più anziani, l'accesso alle nuove tecnologie. Un'associazione che si trasferisce online rischia di perdere il contatto con questi segmenti della propria compagine, rinunciando a un prezioso contributo di idee ed esperienze.
A ciò si aggiunge sovente un senso di disillusione. Molti Soci, inizialmente animati da ideali e aspirazioni condivise, si scontrano con una realtà più complessa, fatta di burocrazia, regole statutarie, dinamiche interne faticose e risultati non sempre all'altezza delle aspettative. Il divario tra l'ideale e il reale può generare frustrazione e allontanamento, sfociando in situazioni di stallo gestionale nelle Sezioni, ma anche nei Comitati Regionali.
Nonostante gli sforzi profusi, soprattutto dal Consiglio Direttivo uscente, non va sottovalutata la percezione di una "Milano" distante e poco inclusiva. Se i Soci si sentono esclusi dai processi decisionali, se le loro idee non vengono prese in considerazione, se percepiscono un clima di divisione e competizione interna, è inevitabile che si allontanino e perdano interesse.
La sfida per il prossimo CDN è quindi duplice: da un lato, ripensare l'offerta associativa, rendendola più flessibile, accessibile e in linea con le esigenze e gli interessi del corpo sociale; dall'altro, creare un ambiente accogliente e inclusivo, dove tutti si sentano valorizzati e coinvolti. L’ARI deve essere intesa come la “casa del radioamatore”.
Per far ciò, occorrerà abbracciare la tecnologia, sfruttando i social media e le piattaforme online per facilitare la comunicazione e la partecipazione anche a distanza. È necessario puntare su attività innovative, che sappiano stimolare la creatività, la collaborazione e il senso di appartenenza. E soprattutto, è fondamentale promuovere contesti partecipativi, che ascoltino le voci di tutti i Soci e che siano in grado di costruire un futuro associativo condiviso.
Solo in questo modo le realtà periferiche potranno superare la sfida silente dell'allontanamento dei Soci dalle Sezioni e continuare a svolgere il loro ruolo fondamentale di aggregazione e di promotori di cambiamento. La vitalità delle Sezioni dipende dalla loro capacità di reinventarsi e di rimanere fedeli allo spirito originario: unire le persone e costruire insieme un futuro migliore. Le onde radio non hanno frontiere e la nostra Associazione deve prodigarsi per far convivere anime diverse.
Di fronte a questa trasformazione, è fondamentale che i prossimi Amministratori supportino i Comitati Regionali e le Sezioni affinché si interroghino sul proprio ruolo e sulla propria identità, anche nell’ambito del Terzo Settore per quelle realtà territoriali che hanno intrapreso questa strada. Come possiamo preservare i valori fondanti dell'ARI, adattandoli alle nuove sfide del mondo digitale? Come possiamo sfruttare al meglio le opportunità offerte dalle tecnologie, senza rinunciare alla ricchezza e alla complessità delle relazioni umane?
La risposta non è semplice e richiede un approccio equilibrato, che sappia coniugare l'innovazione digitale con la riscoperta del valore dell'incontro fisico. Forse, la chiave risiede nel trovare un modello ibrido, che integri le attività online con eventi in presenza, promuovendo un dialogo costante e aperto tra tutti gli attori coinvolti. Solo così potremo garantire un futuro prospero e inclusivo alla vita associativa, preservando la figura del radioamatore quale sperimentatore e motore di sviluppo di nuove tecnologie.