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PostHeaderIcon J28MD: La rivincita dei "modi umani" parte da Gibuti/2

J28MD: La rivincita dei "modi umani" parte da Gibuti/2

Comincia l'avventura

Dopo due voli molto tranquilli intervallati da lungo stop-over ad Addis Abeba per il caffè, il venerdì 28 in tarda mattinata arriviamo all'aeroporto internazionale di Djibouti.

Espletate con una certa rapidità le formalità legate al visto (precedentemente ottenuto come e-visa), arriviamo al momento tanto temuto: il passaggio dei nostri bagagli nello scanner della dogana. Agli ufficiali in servizio ai controlli casca il mondo addosso: essendo giorno di festa (il venerdì è l'equivalente della domenica nei Paesi musulmani), i doganieri già pregustavano di liberarsi rapidamente di quest'ultimo volo, chiudere lo scalo e andarsene a casa. Quando cominciano a vedere sfilare nei monitor sotto i loro occhi il contenuto delle valigie tecniche, cominciano concitate consultazioni nel dialetto locale, comprensibile ai nostri orecchi come l'arabo, ma ad un piacevole tono di diversi decibel più alto rispetto alla normale conversazione. Noi intanto ci guardiamo attorno, inutilmente speranzosi di vedere il nostro agente doganale e, nel contempo, cerchiamo di far evacuare dallo scalo quanti più bagagli possibile, prima dell'ormai inevitabile succedersi degli eventi.


Articolo tratto da
RadioRivista 3/23 pagg. 18-
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