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PostHeaderIcon Ruolo d'onore

PostHeaderIcon La storia del Ruolo d’Onore dell’ARI


Il Ruolo d’Onore dell’ARI fu istituito subito dopo la seconda guerra mondiale.

In un primo momento, furono ammessi quei Soci che potevano documentare un’anzianità associativa tra il 1927 e il 1930, molto meno dei 40 anni richiesti attualmente, che avevano però, con il loro apporto tecnico scientifico, dato lustro alla nostra Associazione.

Per la cronaca, è interessante sapere che Ernesto Montù, primo Presidente dell’ARI, si era trasferito a Bellaggio nel 1943 sia per sfuggire ai bombardamenti, sia alla Gestapo tedesca che, più caparbia della Polizia fascista, pretendeva da lui gli elenchi dei Soci ARI che egli invece aveva prudentemente inceneriti. Per questo motivo, in mancanza degli elenchi, furono pertanto nominati due fiduciari dell’ARI che, con l’ausilio di altri vecchi radioamatori che desidero citare (Giulio Salom, Pippo Fontana, Danilo Briani) avevano il compito, con i propri ricordi personali di vagliare caso per caso le richieste di ammissione al Ruolo d’Onore e riscontrare il loro curriculum vitae.

Devo precisare che qualche eccezione venne concessa di volta in volta dai Fiduciari dell’ARI (allora erano due) a quei Soci che avevano preso parte alla seconda guerra mondiale e quindi impossibilitati ad inviare la quota associativa annuale. Anche durante la presidenza dei compianti Presidenti Vollero e Ortona, e di Belvederi si decise di riconoscere a qualche Socio l’iscrizione al Ruolo d’Onore pur non avendo avuto una continuità associativa quarantennale, ma per cause a lui non imputabili.

Nel 1966, alcuni membri del Consiglio Direttivo tra cui: l’allora Presidente Roberto Sesia, Sergio Pesce, Marino Miceli, Franco Silvano Orefice, Vittorio Emanuele Motto, Giovanni Mikelli, decisero di modificare il Regolamento e l’ammissione a tale diploma fu in appresso riconosciuta ai Soci dell’ARI con una anzianità di quarant’anni e che il loro comportamento associativo fosse stato in armonia con l’art. 2 del Codice del Radioamatore che testualmente recita:

“Il Radioamatore è leale – Offre la sua lealtà, incoraggiamento e sostegno al Servizio d’Amatore ed alla propria Associazione, attraverso la quale il radiantismo del suo paese è rappresentato”.

In seguito, furono effettuate alcune modifiche, scomparve la figura del Fiduciario che fortunatamente è stata ripristinata recentemente dal CDN. I Diplomi si devono meritare e non si possono assegnare a chicchessia come se fosse un atto dovuto. L’importanza della nomina del Fiduciario, scelto per la lunga militanza in seno all’Associazione è una specie di patente di anzianità che gli viene assegnata e che gli consente di dare il BENVENUTO in seno ad una cerchia di “elite” e un PREMIO a coloro i quali abbiano dato dimostrazione non solo di attaccamento al nostro Sodalizio, ma anche con un comportamento morale ineccepibile nel corso della loro vita associativa.