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PostHeaderIcon L'editoriale di giugno 2021

ARI (Associazione Radioamatori Italiani)
di Vincenzo Favata, IT9IZY


Mi accingo a scrivere questo editoriale per esplicitare e puntualizzare ai Soci l'attuale assetto associativo alla luce delle recenti modifiche regolamentari, così come approvate nella recente AGO tenutasi in conferenza telematica. Mi prefiggo di chiarire - e spero ovviamente di riuscirci senza la necessità di ritornare ad occuparmi dell'argomento - le problematiche sollevate da alcuni appartenenti alla nostra Associazione sia a livello sezionale sia nei consessi regionali.

Così come ogni socio può agevolmente verificare, la normativa statale che riguarda  direttamente le associazioni, ha subito negli anni - quelle che riguardano il nostro sodalizio sono tante - modifiche sostanziali e articolate.

Dalle poche e scarne norme del Codice Civile, basate sulla dottrina prevalente all'epoca che considerava fondamentale la libertà associativa con la conseguente limitazione dei controlli statali, siamo passati alla complessa e dettagliata disciplina del "Terzo Settore".

Il nostro sodalizio non poteva non raccogliere le indicazioni del Legislatore e nell'ultima Assemblea Generale Ordinaria sono state approvate norme regolamentari che consentono formalmente, alle nostre realtà locali, la possibilità - non l'obbligo - di mantenere l'operatività nel settore della Protezione Civile, così come regolamentata dalla nuova normativa.



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PostHeaderIcon L'editoriale di maggio 2021

L'innocua rivoluzione possibile
Gabriele Villa, I2VGW

Scrivo queste righe in bilico tra un rosso e un arancione, nell’augurarmi, come tutti noi che presto si sfumi nel giallo e quindi nel bianco definitivo. Non sono, purtroppo,come abbiamo ormai imparato, i colori dei ghiaccioli di un tempo, ma sono il nuovo tempo, scandito da zone, confini, distanziamenti, mascherine, diffidenze e vaccini. Eppure. Eppure noi radioamatori siamo riusciti, in tutto questo periodo, nella magica alchimia di non sentirci isolati e di non far sentire isolato il resto del mondo fuori dalla nostra porta di casa. A patto, ovviamente, che il resto del mondo avesse almeno un filo a far d’antenna alla propria e lecita voglia di comunicare.

In buona sostanza dovremmo essere orgogliosi per tutto ciò che molti di noi sono riusciti ad inventarsi per “stay at home” senza imbruttirsi, senza deprimersi e senza egoisticamente chiudersi nelle sterili invettive contro un nemico subdolo quanto invisibile. C’è chi si è dedicato  ad iniziative di solidarietà, chi ha deciso di lanciare un diploma ad hoc per coinvolgere il maggior numero di colleghi e chi, con altrettanta lungimiranza e intelligenza, ha subito preso confidenza con le varie piattaforme digitali per organizzare video conferenze a tema. E questa opportunità, in particolare, sta dando straordinari frutti in termini di partecipazione collettiva. Frutti che si traducono in preziosi approfondimenti della nostra conoscenza radiantistica (mi ci metto, naturalmente, per primo, come allievo desideroso di saperne di più delle mille sfaccettature della passione che ci accomuna).



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PostHeaderIcon L'editoriale di aprile 2021

Guardiamo oltre l'ostacolo
di Vincenzo Favata, IT9IZY


Il diffuso senso di partecipazione, le attività intraprese dall’attuale CDN e la scelta della strada maestra della chiarezza hanno consentito di affrontare il particolare periodo storico con relativa tranquillità. Con la speranza di poter riprendere, grazie ai vaccini, le normali attività associative non dimentichiamo che tutt’oggi permane in Lombardia - dove è ubicata la nostra sede nazionale - un notevole pericolo per la salute collettiva a causa dell’espansione delle "varianti" del coronavirus.

Come ricorderete, per il disimpegno delle attività lavorative della sede di Milano è stato scelto il lavoro in smart working  anche per la controllata Ediradio e  RadioRivista, nonostante le restrizioni delle attività postali, è stata normalmente recapitata ai destinatari.

Altro aspetto positivo che merita di essere menzionato, in questo particolare momento drammatico,  è quello che concerne l’aumento dell’attività tipica dei radioamatori con l’utilizzo maggiore delle frequenze assegnate, nonostante il sostanziale periodo di stasi delle grandi spedizioni internazionali.

Oggi, più di ieri, abbiamo la possibilità concreta di lavorare insieme in tutti i settori dove si esplicano le attività sociali per raggiungere gli obiettivi che il progresso tecnologico impone; pertanto, nonostante, ancora una volta, appaiono diffondersi senza tregua le solite parole quali mascherine, contagio, coprifuoco, pandemia, dobbiamo guardare ad un futuro migliore che consenta a tutti la ripresa delle attività ordinarie.

Dobbiamo uscire da questa situazione anche se non siamo immuni e nonostante le angosce che questo stato di cose si porta dietro.

Supereremo certamente le attuali difficoltà con la forza dei nostri ideali, guardando oltre gli ostacoli che si frappongono tra noi ed il nostro futuro.

Non dobbiamo avere tentennamenti per il disbrigo delle normali attività quotidiane, anche in condizioni diverse dal solito.

Il raggiungimento di grandi risultati comporta il superamento di svariate difficoltà, sono certo che  l’unione di tutte le componenti sociali faciliterà il compito e una strada sicura potrà essere tracciata anche per gli anni a venire.

* Presidente dell'ARI

 

PostHeaderIcon L'Editoriale di marzo 2021

Assemblea Ordinaria 2021:
un'opportunità raccolta
di Vincenzo Favata, IT9IZY


Come ho già scritto, in questo particolare periodo è necessario lavorare insieme in tutti i settori dell’Associazione, per affrontare il futuro e le innovazioni che la realtà impone. Abbiamo la possibilità unica di usare la crisi per comportarci differentemente e per ricostruire un’Associazione più resiliente. Il virus ha portato via il lusso della pianificazione e, pertanto,  non è più possibile aspettare il momento migliore per le innovazioni, se rimaniamo passivi possiamo perdere un’opportunità storica per dare un nuovo impulso alla nostra Associazione.



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PostHeaderIcon L'Editoriale di febbraio 2021

Lesa maestà, ma per favore!
Gabriele Villa, I2VGW


Non voglio fare l’avvocato di alcuno. Abbiamo già il Presidente dell’ARI che svolge in modo pregevole questa professione. Faccio il giornalista e da quarant’anni a questa parte, anche davanti alle accuse più false e idiote, ho sorvolato replicando solo alle diffamazioni. Tuttavia, e questa scelta sorprenderà probabilmente molti di voi, ho deciso di pubblicare l'e-mail che segue del socio IZ1ANK assieme a queste mie poche righe e di nobilitarla inserendola nell’editoriale di RR. Perché? Ma perché questa storia dei diplomi e dei diplomini, scritta con la solita ironia da Paolo Zaffi (che a difendersi, nel caso, è capace anche da solo) mi ha veramente annoiato. Ho letto anche se distrattamente (perché appunto mi annoiavano) commenti perfidi e velenosi di “colleghi” radioamatori che, quasi fosse un delitto di lesa maestà, si sono sentiti in dovere di insultare persino l’ARI per quell’articolo. Dato per scontato che l’ARI e RadioRivista nulla c’entrano con l’isterismo di questi “radioamatori” vorrei solo chiarire che anch’io, che pure amo il DX e ho raggiunto e messo in bella mostra il mio Top Honor Roll, ho le pareti zeppe di targhe e diplomi. Accanto ai quali ho voluto appendere anche, per ragioni affettive, alcuni awards obbiettivamente “minori”. Per esempio il diploma GIRF (mio padre era un capostazione principale) e quello del Terzo Battaglione Trasmissioni Spluga (di cui indegnamente ho fatto parte). Insomma, c’è spazio per tutto e per tutti. Sulle pareti, come nei sentimenti. Come nelle passioni. Il fatto che abbia pubblicato l’articolo di Palo Zaffi (sì caro amico, l’ho letto, tranquillo, prima di pubblicarlo, non c’è bisogno che mi ricordi i miei doveri di Direttore) significa solo che, come insegnano nei giornali dove sono cresciuto, e i Direttori sontuosi, come quelli che ho avuto io, che un giornale funziona anche quando riesce ad innescare il dibattito. Certo che se il dibattito deraglia nell’insulto e diventa solo una sequela di osservazioni becere, allora chi le scrive può andare allegramente a quel paese. Quindi non voglio dare troppo peso a chi è già appesantito dalla sua ottusa permalosità.

Papa Francesco ci ricorda come, da una prova così dura come questa pandemia, si può uscire migliori o peggiori. Temo che molti facciano del loro meglio, sì. Ma per uscirne peggiori.

 * Vicepresidente dell'ARI e Direttore di RadioRivista



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