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Gradirei fare un commento sull'articolo a firma IK6QRH pubblicato sul numero di giugno del 2022 a pag. 35.

Premesso che non conosco l'autore e che sono convinto che ognuno, in radio, si diverte come crede, a condizione, naturalmente, di non creare disturbi a terzi. Inoltre, preciso che parlo a puro titolo personale e spero che il mio scritto non sia inteso in termini di polemica.

La prima domanda che mi è venuta in mente, di primo acchito, dopo averlo letto, è stata: "ma perché affrontare la spesa di un tasto, di un keyer, "sacrificare" al lavoro ed alla famiglia ben sette giorni per imparare a manipolare su un tasto (non il verticale, per carità) il proprio nominativo e poi un ulteriore giorno (immagino con qualche pausa pranzo ed altro) per aggiungere nientepopodimeno che un de che precede il nominativo ed un 599 che lo segue?". Bastava impratichirsi con uno dei molteplici software per la gestione di un log, di un contest e con i tasti Funzione del Pc che contengono tutte le macro per portare a termine un QSO, compresi, ovviamente il proprio nominativo preceduto dal De o anche senza De e quindi il rapporto "standard" 599 o 5nn che fa più "operatore". Detto questo, passo al merito della questione inerente la pratica della radiotelegrafia o CW che dir si voglia. Subito il giudizio. Un articolo inappropriato e fuorviante, in un momento storico in cui la telegrafia aspira a divenire a pieno titolo "Patrimonio culturale dell'Umanità" e soprattutto in un momento in cui si assiste ad una richiesta di apprendimento della stessa da parte di moltissimi OM ed aspiranti tali che ne intuiscono e ne vedono da un lato l'indiscussa utilità pratica per l'attività radio, dall'altro la possibilità di apprendere un linguaggio universale, che, a dispetto di quanto afferma l'autore dell'articolo, è alla portata di tutti, dai bambini agli anziani, solo che si voglia intraprendere un percorso niente affatto faticoso, bensì piacevole e che, sin da subito, mostra tutte le sue potenzialità.

Ovviamente non mi dilungherò oltre su questo aspetto, perché sono sicurissimo oltre che presuntuoso nell'affermare che, tutti i radiotelegrafisti che lo hanno letto, assieme a coloro che in questo momento stanno apprendendo il codice o hanno finito da poco di apprenderlo, lo hanno trovato quantomeno inappropriato. D'altronde, lo stesso autore, ammette che lui la telegrafia non solo non si è sforzato di apprenderla, ma si permette anche di dare consigli sul suo utilizzo, seppure in un ambito molto limitato e cioè i contatti utili ad aumentare il punteggio dei Paesi lavorati e/o dei diplomi conseguiti. Attività nobilissima, che rientra tra le prerogative di cui dicevo all'inizio e cioè che ognuno si diverte per come crede. E però ci spiega parzialmente, praticamente non spiega, come si faccia a "migliorare la capacità di ascolto", comprendere un nominativo, seppure segnalato su un cluster se non si è seguito un percorso di apprendimento minimo di ricezione del codice. A meno che, intenda che, riprendendo il detto napoletano del "Dalle e dalle se chiecheno pure ‘e metalle", allora a forza di ricevere due, tre, quattro volte un nominativo (dopo averlo visto sul cluster), si riuscirà a ricevere bene in "n" anni.

E' ovvio che per poter ricevere in maniera decente occorrono ben più di sette/nove giorni. Per inciso, sono proprio questi operatori che, visto il nominativo sul cluster si buttano su quella frequenza e chiamano ad oltranza senza stare a sentire se la stazione lavora isofrequenza, se up e di quanto, etc. Men che meno comprendono se la stazione chiama per zona, per numero, se annuncia un breve QRX, se annuncia di fare QSY, etc. Hai voglia di stare lì impalati ad aspettare il nuovo spot sul cluster. Mi verrebbe da dire, contenti loro, ma sinceramente non riesco a farlo. Infine, e concludo, alcune note sulle affermazioni lette. Indubbiamente la maggior parte di esse sono frutto di quanto, voglio pensare, ingenuamente e tra le righe espresso dall'autore, e cioè che la telegrafia non ha avuto voglia di impararla e, di conseguenza, non conoscendola a fondo, cerca di arrangiarsi come può.

1) L'apprendimento della telegrafia non rappresenta uno scoglio impossibile da superare solo che si abbia la pazienza e la costanza di approcciarlo seguendo un metodo e soprattutto sotto la guida di un istruttore. La maggioranza delle Sezioni ARI organizza degli appositi corsi, anche se la telegrafia non costituisce più materia di esame. Questi istruttori, a loro volta la praticano e mettono a disposizione in maniera gratuita le loro esperienze.

2) Non è vero che la telegrafia sia appannaggio esclusivo di coloro che lo hanno fatto per lavoro. Questi ultimi (non tutti e non molti in verità), hanno fatto la loro parte, una volta entrati a far parte del mondo dei radioamatori, a prodigarsi affinché quest'arte mantenga la sua efficacia. Lo hanno fatto in radio, nelle Sezioni, con l'ausilio di Club prestigiosi. E questo non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Non ho contezza di quanti siano i radiotelegrafisti radioamatori nel mondo, credo siano nell'ordine di decine di migliaia. Ne consegue che non è affatto "roba da vecchi".

3) Riguardo all'affermazione "… così ti perdi la sensazione meravigliosa……volare nell'etere… magia di vivere un contatto intimo con il tuo corrispondente ….", credo che sia completamente avulsa dal contesto. Come si faccia a provare tutte queste sensazioni se la si impara solamente manipolando il De Call 599, per me rimane ora e temo rimarrà per molto tempo un profondo mistero.

4) L'inesattezza nell'uso del De nella risposta. Quando la stazione DX risponde alla tua chiamata, se tu riprendi con il De, la prima cosa che l'operatore pensa è quella di aver ascoltato male il tuo call, per cui, nulla quaestio se il segnale è buono, al limite lo riconferma e ti manda un pensierino gentile; se invece non ti riceve bene, dovrà ripetere i passaggi, e gli farai perdere tempo. Per cui suggerisco di riprendere direttamente con il 5nn Tu, magari con un R 5nn Tu.

5) Non credo che questo modo di praticare la telegrafia permetta di "imparare in modo automatico" e non basterà tutta "l'attenzione che devi mettere…" per affrancarti da "ore e ore di noiose lezioni….".

Bene, mi sembra di aver detto tutto, o quasi. Sulla telegrafia, nonostante sia un disciplina consolidata, c'è sempre da dire e soprattutto da imparare. In tutta onestà, da operatore che pratica esclusivamente la telegrafia, non me la sono sentita di far passare tutto questo come un suggerimento valido di un metodo per apprenderla. Io ho tanti amici che si divertono a fare i contest e sono anche bravi, ma provengono tutti da un percorso di apprendimento "regolare".

Non me ne voglia l'autore che sono sicuro sia in assoluta buona fede nel voler esternare la sua esperienza ed abbia imparato in questo modo a praticarla e ne trovi, a suo modo, beneficio. Credo che un minimo di corso un tempo anche lontano lo abbia fatto. Credo anche che una Rivista come la nostra debba valutare meglio gli articoli che pubblica. Il Morse come codice è nato intorno al 1840. Marconi brevettò la radio e nei primi anni del 1900 iniziarono le prime trasmissioni. Nel corso degli anni tantissime persone l'hanno utilizzata per lavoro in tutti gli ambiti. Nel 1999 venne "dismessa" ed il suo utilizzo è ora portato avanti solo da noi radioamatori che con passione cerchiamo di trasmetterla alle giovani leve, per quanto possibile. Far passare il messaggio che la si possa apprendere con il metodo descritto, ripeto, è inappropriato e fuorviante.

73 a tutti.

CW Forever, Ben, I8QFK