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PostHeaderIcon Se cominciassimo a intendere la telegrafia come fine e non come mezzo?

Leggo su RadioRivista, sul numero di giugno 2022, di un metodo quasi miracoloso per andare "in aria" in brevissimo tempo, per godere le delizie del CW.

Sebbene io non sia un Radiotelegrafista di lungo corso e assoluta perizia, la lettura dell'articolo, lasciandomi perplesso, mi porta ad una serie di considerazioni.

Superata la soglia del secondo millennio, sorge spontanea la domanda: ha senso imparare la Telegrafia?

O forse ha ragione il collega, a dire che si possono trovare utili scorciatoie?

Se c'è chi si sta dando da fare perché la Telegrafia sia riconosciuta come Patrimonio Mondiale dell'Umanità, evidentemente la domanda appare del tutto retorica.

Considerando che, attualmente solo (ma ne siamo sicuri? Dopo l'invasione dell'Ucraina avete sentito qualcosa in aria?) i radioamatori preservano, valorizzano, diffondono, difendono e soprattutto usano la Telegrafia, forse è il caso che essa venga affrontata come si deve.

Affrontata come un fine e non come un mezzo. Cercherò di chiarire il concetto.

Affrontare un minimo di preparazione, stimato in pochi giorni, per apprendere il proprio call e poi sbarcare in frequenza, raccogliere e passare un 599 Tu e poi passare subito oltre per un altro 599 Tu e poi ancora, in un loop infinito di 599 Tu, è quello che, al di là del risultato, raggiungibile o meno, ritengo un mezzo.

Un mezzo per accrescere solo lo score di un contest o quello dei country collegati.

Leggo l'articolo ed il nostro collega promette risultati miracolosi in brevissimo tempo, saltando misteriosamente la fase dell'apprendimento del codice, per atterrare a piè pari nel campo della ricezione da contest.

A chi non fa contest ricordiamo che i CQ sono ad almeno 25 wpm, non certo una velocità da decodificare con pochi giorni di presunto studio alle spalle.

Mistero, a me sembra impossibile la decodifica (chiariamo: ad orecchio) dei call, che in contest vengono battuti ad alta velocità.

La via suggerita è semplice: seguire i cluster e poi in picchiata piombare sul ghiotto nuovo qso.

Tale pratica richiede due premesse o… forse qualcuna in più.

Innanzitutto che la stazione di cui si legge lo spot, sia riportata esattamente.

Se la ricezione e la decodifica sono saltate, ma ci si affida esclusivamente al cluster, come faremo ad esser certi che il call sia esattamente riportato?

Mettere a log un nominativo sbagliato, è noto, annulla il qso.

Quindi avremo corso il rischio di aver perso tempo due volte, la prima non imparando la ricezione e la seconda nel mettere a log un call inesistente o quantomeno non valido.

Seconda premessa: se la ricezione è una plaga che non abbiamo mai praticato, come faremo a sapere che la stazione "spottata" sia quella che effettivamente ascoltiamo?

Quante volte, dirigendoci sullo spot, si è ascoltata un'altra stazione?

Ancora una volta faremo un QSO inutile per il punteggio, lasciando qualche perplessità al nostro corrispondente.

Di nuovo mi sembra che l'articolo proposto, consigli non un risparmio, bensì una totale perdita di tempo a chi si voglia approcciare alla Radiotelegrafia.

A quel punto, molto prima delle poche mirabolanti settimane di preparazione, meglio dirigersi da subito sull'uso di un decoder per ricevere e sulla tastiera del Pc e per inviare il famigerato 599 Tu.

Tanto si è scelto non di studiare, ma di far finta di apprendere il codice.

Avremo fatto come tante persone che, pur non conoscendo affatto la Radiotelegrafia, affollano le classifiche dei contest (e qui giù il diluvio e stracciamento di vesti), ne conosco alcune personalmente.

Quindi, perché proporre di imparare a trasmettere "correttamente il proprio call a 25 wpm", perché perdere tempo?

Altro appunto, se faremo tutto da soli, chi ci sarà a dirci che la nostra trasmissione, ancorché a 25 wpm, sia corretta?

Ancora una volta andremo allo sbaraglio, magari portando a casa i qso, ma non certo "godendo e correndo sull'onda di linee e punti".

Alla luce di queste premesse, siamo davvero certi che, al "nono giorno andremo in pista" e che tutto andrà bene?

Può darsi, ma mi viene da pensare che Nostro Signore, che è Nostro Signore, abbia avuto bisogno di ben sei giorni per creare il Mondo e l'Universo e di un giorno aggiuntivo per riposarsi.

Ora sarà pur vero che la Telegrafia richieda impegno, ma che addirittura richieda ben tre giorni in più di quello che fece il Padreterno, mi sembra un tantino esagerato.

Comunque, tralasciando pinzellacchere e quisquilie varie, come la creazione dell'Universo, "ormai, anche se non te ne sei accorto, sei diventato un telegrafista"…"molto meglio e più velocemente " …"questa tecnica …vale molto più di ore ed ore di noiose lezioni".

Ma siamo seri, vogliamo davvero far rivoltare qualcuno nella tomba e far venire un travaso di bile a chi la Telegrafia l'ha amata davvero e l'ha onorata con una pratica ed un rispetto costante?

Per favore.

Non è il gusto della polemica che muove queste riflessioni, è la difesa di un patrimonio che viene assolutamente ed irrispettosamente ignorato.

Il tutto per arrivare ad un misero 599 Tu.

Un mezzo, appunto.

La telegrafia può essere e deve esserlo, un fine.

E' vero, richiede impegno, serietà, sacrificio, dedizione e passione, tanta passione.

Le famose 3 P: pazienza, perseveranza e passione.

Senza queste non si va da nessuna parte, si può barare, ma non si conosce, ama ed apprezza quello che la Telegrafia può dare.

La Telegrafia non fa sconti, puoi avere pure 7 miliardi di country, ma se non sai operare, non sai operare e basta.

Non ci sono scorciatoie per giungere ad essere un Rt.

Potrai fare i qso da 599 Tu, ma se qualcuno ti chiederà "cosa hai mangiato a pranzo", anche se "non siamo cuochi" il tuo corrispondente ti avrà sgamato ed avrà capito che non sai stargli dietro e che quindi Non "sei un telegrafista".

Lo studio del Morse, perché di studio e pure continuo, si tratta, è come un seme da piantare, innaffiare, far germogliare e poi crescere e per talea passare ad amici e conoscenti.

Allora sì che, superato il mezzo, diventa un fine: conoscenza, amicizia, allenamenti (sì allenamento è la parola giusta) da condividere con altri "malati" della stessa passione.

A quel punto lo studio, sempre meglio fatto sotto la guida di un esperto e bravo istruttore, diventerà un momento di crescita personale, di soddisfazioni incredibili e tanto cameratismo con gli altri compagni di corso.

Altro che "ore ed ore di noiose lezioni".

Ho decine di testimonianze a conferma di quanto dico.

Allora, invece di affidarsi ad improbabili metodi, seguiamo la via più lunga, ma l'unica valida.

Sarà una strada sicuramente con difficoltà ed asperità, ma alla fine avremo imparato il Codice, avremo imparato a trasmettere ed operare e poi potremo andare in radio e …continuare a studiare.

Sì perché lo studio e la ricerca della perfezione non terminano mai.

Questo è quanto se vorremo, potremo sbarcare nel mondo del qso in chiaro, godere "del correre su linee e punti" e fare QSO di ore, non solo 599 Tu.

Sarà tutto un altro mondo che ci si è schiuso davanti.

Cominceremo a riconoscere l'amico, prima ancora che abbia terminato il CQ, stringeremo rapporti che si fondano su centinaia di qso, ci sarà la voglia di conoscersi di persona, etc.

Insomma il miracolo della Radio che noi tutti ben conosciamo.

A scanso di polemiche, voglio precisare che lo scopo di questo scritto non è inveire contro i contest, io stesso li faccio ed anche parecchi all'anno, pur rimanendo un amante del qso in chiaro.

Lo scopo è quello di dire che, c'è un altro modo per andare in radio e godersela davvero ed essere "davvero un telegrafista".

Concludo solo dicendo che, praticata in questo modo, la Radiotelegrafia accresce realmente il proprio bagaglio personale di amicizie, culturale e di conoscenza, inoltre ci sono certi OM che si riuniscono persino in gruppi, nei quali l'allenamento prevede anche lo studio di file audio in CW, con ricette di cucina.

Quindi alla fine della fiera, io non propongo nulla di nuovo o miracoloso, ma solo il percorso solito, ma credo, l'unico per godere davvero della Telegrafia in radio.

Non solo, alla fine del percorso, non vi garantisco che tutti saranno diventati bravi, ma sicuramente un qso di mezz'ora lo potranno reggere e magari col tempo diventeranno anche "dei cuochi" e pure bravi.

73 cordiali.

Sal, IK7UKF